Googelt man "Rutor-Gletscher" (auf Italienisch) und "sci estivo" findet man u.a. diesen Artikel:
https://www.montagna.tv/156342/rutor-lo-sci-tra-presente-e-passato/Zitat:
Rutor, lo sci tra presente e passato
Il Gruppo del Rutor, con il suo vasto ghiacciaio, insieme ai valloni e alle cime intorno sono una meta apprezzata fin dagli albori di questa disciplina. Tra esperimenti di sci estivo, grandi traversate, gare e la moderna – e controversa – pratica dell’eliski
Testo di Giorgio Daidola, tratto dal numero di Meridiani Montagne "Rutor".Redazione 24 Febbraio 2020
Giorgio Daidola, classe 1943, docente all’Università di Trento dal 1975 e maestro di sci dal 1971. Nel 1982 ha reintrodotto il telemark in Italia e con la tecnica a talloni liberi ha effettuato spedizioni nei sette continenti.
Poi venne la guerra. Nel 1945 i tedeschi bruciarono il rifugio Santa Margherita, inaugurato nel 1887, perché era diventato un punto di appoggio della guerra partigiana. Sulle sue ceneri, nel 1953, venne costruito l’attuale rifugio Deffeyes, da non confondere con la vecchia capanna Defey ubicata sul Col du Rutor. Gli anni del dopoguerra segnarono il primo grande sviluppo sulle Alpi dello sci servito da impianti di risalita e quello delle stazioni di sci estivo, la cui frequentazione veniva considerata essenziale per diventare provetti sciatori. I migliori maestri di allora, in estate, insegnavano sui ghiacciai dello Stelvio, di Plateau Rosa, dell’Indren, del Monte Bianco, tutti serviti da ardite funivie. E negli anni Cinquanta la dinamica guida alpina e maestro di sci bergamasco Giuseppe Pirovano creò la sua celebre “Università dello sci”, con sedi allo Stelvio e a Cervinia. E che faceva La Thuile, con il suo grande ghiacciaio? Stava a guardare. Qualcuno pensò di realizzare una grande funivia per raggiungere il Rutor, ma per fortuna ci si limitò a costruire due lente seggiovie che servivano l’area della Chaz Dura, di fronte al grande ghiacciaio, dove ora ci sono i veloci e moderni impianti collegati al comprensorio francese di La Rosière. La piccola stazione di allora non poteva certo dare lavoro a tutti i maestri di sci locali, che dovevano, pertanto, andare altrove. I più intraprendenti, però, non si dettero per vinti e, alla fine degli anni Sessanta, d’accordo con il gestore del rifugio Deffeyes, Giuseppe Pascal, anche lui maestro di sci e guida alpina, si misero a organizzare settimane di sci estivo sul Rutor. “Un progetto ambizioso e, sotto molti aspetti, lungimirante, che avrebbe permesso agli sciatori di vivere i piaceri delle notti in rifugio, dell’isolamento nei silenzi dell’alta montagna e nello stesso tempo di sciare in piena estate su un ghiacciaio stupendo” ricorda Pino Alliod, guida e maestro di sci, classe 1948, allora diciannovenne.
Dopo lo sci estivo si provò a lanciare il Rutor come meta scialpinistica per tutti, grazie ai suoi facili pendii e alla possibilità di usare come base il rifugio Deffeyes, confortevole e con un’impareggiabile vista sul ghiacciaio. Ci provò Ivan Negro, famoso alpinista e guida alpina, detto “l’Angelo della Mole Antonelliana di Torino” in quanto addetto all’aerea manutenzione del monumento. Ivan divenne custode del Deffeyes negli anni Ottanta e provò a tenere aperto il rifugio nei mesi primaverili. Tuttavia, la difficoltà di accesso, peraltro superabile con le alternative per la salita che già la Bertolini suggeriva nel suo articolo, fu tra le cause dell’insuccesso dell’iniziativa. Ma la vera ragione di tale fallimento fu l’avvento dello scialpinismo atletico mordi e fuggi, secondo il quale è normale affrontare dislivelli di duemila metri in giornata, ignorando le emozioni dei tramonti, delle cene in rifugio, delle notti stellate e degli assordanti silenzi.
Lo smantellamento della teleferica – utilizzata dal sottoscritto ancora negli anni Settanta – ha messo la parola fine a un capitolo importante della storia dello sci di montagna sul Ghiacciaio du Rutor. Oggi tutto il necessario viene comodamente trasportato al rifugio in elicottero… con buona pace degli ambientalisti e di chi riteneva un oltraggio alla wilderness la vecchia e silenziosa teleferica.
Un futuro difficile
Le difficoltà fin qui raccontate sono le stesse che si trova ad affrontare, ancora oggi, Sergio Pestarino, gestore del Deffeyes dal 2002, che ritiene improbabile l’apertura primaverile del rifugio. Oggi questi pendii, su cui la neve si mantiene farinosa grazie all’esposizione a nordovest, sono diventati un’ambita meta per l’eliski, molto diffuso anche in Valgrisenche. Certo, nell’era di Greta Thunberg l’eliski aostano non ha vita facile.
Quello che è caduto in disgrazia un po’ dappertutto a causa dell’innalzamento delle temperature è lo sci estivo, che sta diventando un bel ricordo anche per il Ghiacciaio du Rutor. Negli ultimi anni, infatti, dove un tempo, in estate, si partiva per risalirlo con gli sci, oggi si è formato un lago. La leggenda secondo la quale lassù un tempo c’era un immenso prato verde sul quale pascolavano le mucche, sta diventando purtroppo più attuale che mai.
Zitat:
Dann kam der Krieg. 1945 brannten die Deutschen die 1887 eingeweihte Schutzhütte Santa Margherita nieder, weil sie zu einem Stützpunkt für den Partisanenkrieg geworden war. Auf seiner Asche wurde 1953 die heutige Deffeyes-Hütte gebaut, nicht zu verwechseln mit der alten Defey-Hütte auf dem Col du Rutor. Die Nachkriegsjahre markieren die erste große Entwicklung des Skilaufs in den Alpen, der von Skiliften bedient wird, und die der Sommerskigebiete, deren Besuch als unerlässlich galt, um ein erfahrener Skifahrer zu werden. Die besten Skilehrer der damaligen Zeit unterrichteten im Sommer auf den Gletschern des Stelvio, des Plateau Rosa, des Indren und des Mont Blanc, die alle von waghalsigen Seilbahnen erschlossen wurden. Und in den 1950er Jahren gründete der dynamische Bergführer und Skilehrer aus Bergamo, Giuseppe Pirovano, seine berühmte "Ski University" mit Niederlassungen in Stelvio und Cervinia. Und was hat La Thuile mit seinem großen Gletscher gemacht? Es wurde beobachtet. Jemand dachte daran, eine große Seilbahn zu bauen, um den Rutor zu erreichen, aber zum Glück wurden nur zwei langsame Sessellifte gebaut, um das Gebiet von Chaz Dura, vor dem großen Gletscher, zu bedienen, wo es jetzt schnelle, moderne Lifte gibt, die mit dem französischen Skigebiet von La Rosière verbunden sind. Die damalige kleine Station konnte nicht allen einheimischen Skilehrern Arbeit geben, die deshalb woanders hingehen mussten. Die Unternehmungslustigsten gaben jedoch nicht auf und begannen Ende der sechziger Jahre in Absprache mit dem Leiter der Deffeyes-Hütte, Giuseppe Pascal, der auch Skilehrer und Bergführer war, Sommerskiwochen auf dem Rutor zu organisieren. "Ein ehrgeiziges und in vielerlei Hinsicht weitsichtiges Projekt, das es den Skifahrern ermöglicht hätte, die Freuden der Nächte in der Hütte, der Abgeschiedenheit in der Stille des Hochgebirges zu erleben und gleichzeitig mitten im Sommer auf einem grandiosen Gletscher Ski zu fahren", erinnert sich Pino Alliod, Guide und Skilehrer, geboren 1948, damals neunzehn Jahre alt.
Nach dem Sommerskilauf versuchten sie, das Rutor als Skitourenziel für jedermann zu lancieren, dank seiner leichten Pisten und der Möglichkeit, die Deffeyes-Hütte als Basis zu nutzen, bequem und mit einem unvergleichlichen Blick auf den Gletscher. Ivan Negro, berühmter Bergsteiger und Bergführer, genannt "der Engel der Mole Antonelliana von Turin", weil er für die Wartung des Denkmals in der Luft zuständig war, versuchte es. Ivan wurde in den 1980er Jahren zum Hüter des Deffeyes und versuchte, die Hütte in den Frühlingsmonaten offen zu halten. Die Schwierigkeit des Zugangs, die jedoch mit den Alternativen für den Aufstieg, die Bertolini bereits in ihrem Artikel vorschlug, überwindbar war, gehörte zu den Ursachen für das Scheitern der Initiative. Aber der eigentliche Grund für dieses Scheitern war das Aufkommen des sportlichen Skitourengehens, nach dem es normal ist, zweitausend Meter Höhenunterschied an einem Tag zu bewältigen und dabei die Gefühle von Sonnenuntergängen, Abendessen in der Hütte, sternenklaren Nächten und ohrenbetäubender Stille zu ignorieren.
Mit der Demontage der Seilbahn - die ich in den siebziger Jahren benutzt habe - ist ein wichtiges Kapitel in der Geschichte des Skilaufs auf dem Rutor-Gletscher zu Ende gegangen. Heute wird alles Nötige bequem per Hubschrauber zur Hütte transportiert... zur großen Zufriedenheit der Umweltschützer und derjenigen, die die alte, lautlose Seilbahn als Frevel an der Wildnis betrachteten.
Eine schwierige Zukunft
Die bisher geschilderten Schwierigkeiten sind die gleichen, mit denen Sergio Pestarino, seit 2002 Geschäftsführer von Deffeyes, auch heute noch zu kämpfen hat, denn er hält die Eröffnung der Hütte im Frühjahr für unwahrscheinlich. Heute sind diese Hänge, auf denen der Schnee dank der Nordwestlage pulvrig bleibt, ein beliebtes Ziel für Heliskiing geworden, das auch in Valgrisenche sehr beliebt ist. In der Ära von Greta Thunberg ist Heli-Skiing in Aosta natürlich nicht einfach.
Was durch den Temperaturanstieg mehr oder weniger überall in Ungnade gefallen ist, ist das Sommerskifahren, das auch auf dem Glacier du Rutor der Vergangenheit angehört. In den letzten Jahren hat sich sogar ein See gebildet, auf den man früher im Sommer mit Skiern hinaufgefahren ist. Die Legende, dass es einmal eine riesige grüne Wiese gab, auf der Kühe weideten, ist leider aktueller denn je.
Auch diese spannenden Ausführungen sprechen nicht dafür, dass wirklich ein kleiner Schlepplift längere Zeit dort gestanden wäre.
Auch cool: die Versorgungsseilbahn wird abgelehnt, lieber Hubschrauber...
Der Autor, Giorgio Daidola, könnte aber vielleicht mehr wissen?